Qualcuno direbbe "tra la chiacchierata al bar e la realtà c'è di mezzo il diritto"; ed è proprio vero!

Nei giorni scorsi la Lega Calcio, ma anche diverse società, hanno iniziato a considerare la possibilità di sospendere il pagamento dei giocatori con stipendi al di sopra della media (i cosiddetti top player).

Tecnicamente non si può sospendere il pagamento degli ingaggi senza comprovate motivazioni ossia : sanzioni disciplinari per illecito sportivo;  violazione della normativa anti-doping; indisponibilità dei tesserati per effetto dei provvedimenti dell’autorità giudiziaria.

Solo in presenza di una di queste violazioni può essere comminata la sanzione della sospensione, pertanto le ipotesi finora avanzate dalla Lega Calcio sono prive di fondamento.

In questa fase ci troviamo difronte a "un’impossibilità sopravvenuta della prestazione per causa non è imputabile al calciatore", in poche parole : le prestazioni per le quali il tesserato si obbliga -  nei confronti della società - non sono impedite dalla sua stessa condotta ma da fattori esterni (sospensione del campionato), e lo stesso ottempera agli obblighi contrattuali allenandosi - seppur a casa - sotto indicazione delle società stessa.

Qualora invece il Campionato di serie A e le relative coppe (nazionali ed internazionali) non dovessero concludersi regolarmente, si verificherebbe una fattispecie diversa che potrebbe consentire alle società ex articolo 1463 del codice civile (impossibilità totale della prestazione) di chiedere la restituzione degli stipendi erogati e contestualmente anche la risoluzione unilaterale.

Sezione: Editoriale / Data: Ven 27 marzo 2020 alle 13:55
Autore: Filippo Salemme
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