Dichiarazioni più che condivisibili quelle rilasciate dal giovane direttore sportivo, Umberto Quistelli, ospite ieri sera alla trasmissione TuttinCampo, dove ha ribadito l’importanza di riformare al più presto i campionati rilanciare il calcio giovanile in Italia, ripartendo dalle strutture che vede il nostro Paese un po’ indietro al resto d’Europa.

Riforma campionati - “Se ne parla da tanto di riformare i campionati ma ancora attendiamo i fatti. Serve farla al più presto per consentire alle categorie inferiori di sopravvivere, mi riferisco soprattutto alla Lega Pro e al calcio dilettantistico, arrivati ormai allo stremo specie dopo questa pandemia. E’ necessario fare una riforma, che consenta alle società di poter fare un calcio sostenibile e allo stesso salvare l’intero sistema calcistico “.

Giovani - “ E’ fondamentale puntare sui settori giovanili, soprattutto in questo momento di difficoltà economica. Bisogna ripartire dai settori giovanili, scegliendo tecnici qualificati che sanno lavorare con i giovani. Se non si capisce questo è dura, perché i giovani sono il futuro e consentono alle società di fare plusvalenze, oltre che crescere. Oggi in Italia nessuna società può spendere certe cifre sul mercato, nessuna di loro può competete con colossi del calibro di Real Madrid, Psg o Manchester City, questo è bene che sia chiaro. Bravo il ct azzurro, Roberto Mancini, il quale ha aperto un nuovo ciclo puntando su dei giovani che possono fare un importante percorso in Nazionale. Dobbiamo ricordarci che siamo l’Italia, quattro volte campione del mondo, se vogliamo tornare competitivi serve necessariamente credere nei giovani, crescendoli e valorizzarli. Il Milan ad esempio sta godendo dell’ottimo lavoro fatto negli anni precedenti da Filippo Galli, che ha portanto in Prima squadra tanti giovani interessanti, vedi Donnarumma, Calabria, Cutrone, Locatelli e non solo“.

Strutture – "Un altro problema presente nel nostro calcio è la mancanza di strutture, sono poche le società che possono vantare dei centri sportivi di un certo tipo. Se non si investe sulle strutture è davvero complicato pensare di fare calcio. Negli altri paesi europei ci hanno puntato tanto e di conseguenza sono avanti sotto molto aspetti rispetto all’Italia. I giovani calciatori all’estero, potendo godere di strutture adeguate hanno la possibilità di poter praticare molte ore di calcio rispetto ai nostri, questo dovrebbe far riflettere. Serve un cambiamento se vogliamo riportare il calcio italiano ad essere competitivo e vincente come un tempo “.

Sezione: Primo piano / Data: Mar 09 febbraio 2021 alle 18:27
Autore: Rocco Calandruccio
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