Intervistato nella trasmissione La Giovane Reggina, Giandomenico Mesto ha ripercorso la sua esperienza alla Reggina: “Sto bene, sono a casa con le mie figlie. I bambini subiscono questa situazione, dispiace molto. Aspettiamo solo che passi questo brutto momento ed è quello che ripetiamo ai nostri figli. Il settore giovanile è una tappa fondamentale per la carriera di un giocatore. Ho avuto la fortuna di fare il settore giovanile nella Reggina, la squadra è arrivata in A. I miei migliori amici sono di Reggio Calabria, intorno ho avuto persone che ci facevano da genitori, ad esempio le signore della mensa. Se tornassi indietro rifarei quel percorso mille volte, è stata una tappa fondamentale non solo per la carriera da calciatore ma mi ha fatto crescere anche come uomo. Quando sono arrivato in prima squadra ho avuto la possibilità di fare anche nuove amicizie. La stagione 2006-2007 è stata una tappa storica anche del calcio in generale, ci siamo salvati con -11, è stato qualcosa di straordinario. La partita di Empoli fu decisiva: non giocai bene, era fine stagione, eravamo tutti mentalmente esausti, uscii sul 3-0 per Vigiani e fu devastante per me. Poi fortunatamente dopo il 90’ lo stato d’animo cambiò radicalmente. Ho avuto la fortuna di giocare in grandi squadre e di giocare molte partite, sono grato a tutte le persone che ne hanno parlato. Mister Quarticelli ci ha educato anche nella vita di tutti i giorni, si comportava da genitore. A distanza di tempo si capisce l’importanza che hanno avuto certe persone per noi, che sono state fondamentali anche se non sono alla ribalta a livello societario. Ai ragazzi raccomando di ascoltare i propri allenatori e di impegnarsi anche perché così non si avranno rimpianti. Consiglio di vivere il momento con più entusiasmo possibile, è anche una scuola di vita. Il mio ricordo più bello a Reggio è rappresentato dai miei amici, al mio matrimonio metà degli invitati era di Reggio Calabria, gente che mi ha fatto sentire come a casa e mi ha fatto mancare meno la mia casa che era la Puglia. Ho immagini molto chiare di quando ero al Sant’Agata, ricordo quando ci riunivamo a guardare la TV. Rispetto a quello che hanno i ragazzi ora non avevamo niente, ma era bellissimo così. Ora alcune cose si sono perse, si sta negli spogliatoi con i cellulari in mano, prima si stava sempre insieme. Nel settore giovanile Quarticelli è l’allenatore con cui ho passato più tempo, la componente umana è stata ed è ancora oggi molto forte. La Reggina di oggi? Da quando non c’è più il mio ex presidente seguo di meno, vedo i risultati perché mi farebbe piacere se riuscisse a tornare in A dove merita. Mi auguro che questa promozione possa arrivare”.

Sezione: Reggina / Data: Mer 08 aprile 2020 alle 18:36
Autore: Adelmo Maria Pagliuca / Twitter: @adelmopagliuca
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