Con la sconfitta di La Spezia s’infrangono i residui, sia pur minimi, sogni di gloria per il Catanzaro che esce di scena a testa alta al termine di una stagione difficile e logorante.

Raggiunto con molto anticipo l’obiettivo prefissato di inizio stagione, il mantenimento della categoria, i giallorossi hanno mantenuto la posizione play off fin dalla 16^ giornata lottando fino alla fine per alimentare un sogno obiettivamente molto difficile da raggiungere.

Il bilancio stagionale è quindi da valutare più che soddisfacente in quanto il Catanzaro è riuscito a ripetere quanto di buono conseguito nella passata stagione.

Un sesto posto nella graduatoria finale rispetto al quito dello scorso anno, una semifinale play off raggiunta come aveva fatto la squadra guidata da mister Vivarini sono risultati decisamente soddisfacenti per una società che ha disputato due anni di serie B dopo diversi vissuti nel quasi anonimato della serie C.

Ciò anche a fronte delle tante difficoltà di inizio stagione legate al ritardo della campagna acquisti per la nota vicenda Vivarini, alla preparazione pre-campionato decisamente incompleta nei ranghi ma soprattutto al cambio tecnico alla guida della squadra oltre a quello dirigenziale.

L’arrivo di mister Caserta come più volte rimarcato non è stato accettato di buon grado da parte della tifoseria.

Il tecnico calabrese ha dimostrato con i fatti di essere all’altezza di gestire uno spogliatoio ampio - 30 elementi in rosa ad inizio stagione – e di avere l’umiltà di cambiare le sue idee tattiche in corso d’opera adeguandole alle caratteristiche degli elementi che rappresentavano lo zoccolo duro della passata stagne.

Una campagna acquisti che era stata finalizzata ad un 4-2-3-1 rivelatosi inconcludente con elementi arrivati con lo scopo di dare un contributo in termini di esperienza e di tecnica che però non hanno reso come ci si aspettata per i tanti infortuni e per incapacità d’integrarsi negli schemi di gioco richiesti dal mister.

I vari D’Alessandro, La Mantia, Buso, Compagnon, Pagano oltre ai confermati Situm e Antonini hanno trascorso più tempo in infermeria che sul terreno di gioco. Seck e Coulibaly hanno deluso dimostrando di non essere all’altezza della situazione risultando alla fine inutili alla causa.

Morale della favola a far arrivare il Catanzaro l+ dove è arrivato sono stati i soliti noti, cioé il gruppo storico che ormai da tre anni ha fatto le fortune della squadra.

Iemmello, Petriccione, Scognamillo e il quasi 36nne Brighenti su tutti, oltre ai vari Pompetti e Pontisso che quest’anno hanno giocato con una certa continuità e ai nuovi Pigliacelli che in porta non ha fatto rimpiangere la partenza di Fulignati e Bonini che ha evidenziato le sue qualità di goleador pur essendo un difensore.

Al di sotto dello standard cui si era abituati a vedere è stato il campionato di Pittarello, arrivato dal Cittadella ma che non ha ripetuto lo splendido campionato disputato con i veneti,  e di Biasci le cui scarse vene realizzativa hanno pesato non poco nell’economia generale.

Ora dunque la società dovrà fare una valutazione attenta e ponderata su chi dovrà restare e chi – molti aggiungiamo noi – dovranno cambiare aria – e, in funzione degli obiettivi della prossima stagione, ragionare sulla campagna acquisti da affrontare.

Tutto dipenderà da quali saranno le reali intenzioni della società. Alzare l’asticella per tentare di realizzare quel sogno che è rimasto tale da due anni a questa parte oppure un campionato tranquillo magari ripetendo i buoni risultati del biennio di B appena concluso?

Lo capiremo nell’arco dei prossimi mesi. Una cosa è certa: il Catanzaro ha dimostrato che in questa categoria ci sta bene e lo fa anche a livelli competitivi e ciò rappresenta una garanzia per quanti saranno chiamati dal DS Polito per indossare la nostra gloriosa maglia.

Il famoso “appeal” che la società si è guadagnato nel corso dei due campionati di cadetteria sarà certamente un valore aggiunto sulle scelte che dovranno essere effettuate.

Sezione: Primo piano / Data: Mar 27 maggio 2025 alle 15:47
Autore: Maurizio Martino
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