Cozza,Mozart,Di Michele,Viola e ,nella vittoriosa stagione appena conclusa con la promozione in cadetteria, Bellomo ,hanno in comune un numero di maglia ,il 10,ed un colore addosso,quello amaranto ; ma nei primi anni 2000 c’è stato un calciatore che ,passando da Reggio Calabria e rimanendoci per tre stagioni,ha scatenato una vera e propria ondata mediatica unita all’entusiasmo dei tifosi,stiamo parlando di Shunsuke Nakamura.

Shunsuke Nakamura ,mancino nipponico classe ‘78,vestì la maglia amaranto dal 2002 al 2005 (conquistando tre salvezze consecutive)e venne acquistato dai giapponesi del Yokohama Marinos ,siglando 11 goal in 80 presenze;specialista nei calci piazzati ,non ha mai tirato indietro la gamba quando c’era da contrastare un avversario e ,con la sua classe,ha fatto letteralmente innamorare i tifosi amaranto,soprattutto nella prima stagione in riva allo stretto.Erano anni durante i quali,quando un calciatore giapponese sbarcava in Europa,portava con se giornalisti e fotografi provenienti dal “Sol Levante” proprio per far giungere fino in Giappone le gesta dei propri idoli;fu così anche per il numero 10 amaranto che fece riempire città,stadio e sala stampa di connazionali pronti a sostenere il loro beniamino ed ambasciatore arrivato nel campionato italiano,allora il campionato dove ogni calciatore sognava di approdare.

Il fantasista,punto di riferimento anche della sua nazionale con cui ha vinto 2 coppe d’Asia,concluse la sua esperienza in amaranto venendo venduto al Celtic col quale conquistò 3 campionati ed una coppa nazionale.

Emblematico il racconto del procuratore del nipponico ,Oberto Petricca,che narra come si svolse la trattativa che portò Nakamura in riva allo stretto;queste le sue parole : A quell’epoca c’è stato un grande periodo di visibilità della Reggina e della Calabria – ha detto l’agente – per la prima volta i giapponesi hanno conosciuto questa terra italiana ricca di storia e bellezza. Nakamura è stato il più talentuoso dei calciatori giapponesi arrivati in Europa, per inventiva, capacità di calciare, per protezione della palla con movimenti incredibili. Aldilà dell’aspetto commerciale, l’operazione Nakamura è stata dettata principalmente dalle qualità tecniche del ragazzo, che non a caso ancora gioca a calcio, a 42 anni”.

L’inizio. ”Non voglio assumere dei ruoli speciali all’interno della trattativa, parla la storia. Proposi il calciatore perchè mi piacque molto vedendolo con le nazionali under 21 e under 23 in Giappone, lo seguì negli anni 2000 per cercare di un trasferimento in Italia. Ho lavorato segretamente, iniziando ad instaurare un rapporto con il calciatore e poi il presidente del Yokohama. C’era un opzione Real Madrid, che però non ho mai conosciuto nei dettagli. Nakamura era seguitissimo, portarlo a Reggio è stata un’operazione eccezionale, con diversi viaggi avvenuti nel periodo estivo. Il tutto si è sviluppato in modo particolare”.

Il dirigente sportivo racconta poi degli aneddoti piu specifici sulla trattativa : ”Il seguito che ha avuto questa operazione è stato incredibile. Ho ricordi incredibili, soprattutto del viaggio con il presidente Foti, quando firmammo l’accordo. Il presidente parlò direttamente con Nakamura, parlandogli in calabrese stretto guardandolo negli occhi. Il calciatore era molto disorientato all’inizio, non lo capiva, ma ho avuto l’impressione che avesse avvertito l’entusiasmo del presidente e da qui è nato tutto. Hai gli attributi o no? Gli diceva Foti in calabrese, non si capiva nulla ”.

…”Ricordo i sigari toscani del presidente Foti, continuava a fumare nonostante ci fosse il divieto assoluto. Il presidente dello Yokohama non ce la faceva più, non reggeva l’odore. Poi, quando la trattativa si concretizzò, Foti si avvicinò al presidente dello Yokohama e per la felicità gli mise le mani sulle guance come per dargli un pizzicotto ed a quel punto stava per intervenire la sicurezza”.

”Nakamura era definito il Baggio d’Oriente, era sicuramente superiore alla media rispetto agli altri calciatori giapponesi”, conclude Petricca.

Sezione: Reggina / Data: Gio 02 luglio 2020 alle 13:07
Autore: Luigi Martino
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