In esclusiva ai nostri microfoni l’esperto direttore sportivo, Gianfranco Multineddu, il quale fa il punto sul caso riguardante la neo promossa Lecco che rischia di essere esclusa dal campionato di Serie B, a causa del proprio impianto non a norma secondo le regole previste. Per finire, il direttore ha fatto un interessante focus sulle formazioni calabresi, verso le quali ha dichiarato di avere una certa simpatia.
Salve direttore, nelle ultime ore sta facendo parecchio discutere la possibile esclusione della neo promossa Lecco dalla Serie B a causa del proprio impianto sportivo non a norma. Lei che idea si è fatta su questa vicenda?
“Le regole vanno rispettate, non basta vincere sul campo, ma per poter arrivare a certi livelli servono strutture adeguate. Il mio augurio è che il Lecco possa risolvere questa situazione ed evitare l'esclusione dalla Serie B. A quanto pare l’unica sede disponibile per ospitare il Lecco sia Padova, che oltre tutto si trova ad una distanza considerevole. Vedremo cosa succederà, chiaro però che il problema degli impianti riguarda parecchie società della Lega Pro e non solo. Strano che nel caso del Lecco se ne parli solo oggi, probabilmente perché ha raggiunto la promozione in B, quando invece si sarebbe dovuto fare in modo che tutte le società avessero degli impianti a norma ed essere nelle condizioni di poter affrontare campionati importanti come quello di Serie B".
Direttore, la stagione si è conclusa da poco, tra presente e futuro quali sono le sue considerazioni sulle formazioni calabresi?
“La Reggina è reduce da un periodo tribolato, con un imminente cambio di proprietà che mi auguro possa consentire ad una piazza importante come Reggio di poter tornare in alto. Ricordo con piacere la Reggina dell’era Foti, il Granillo sempre stracolmo, quindi chi prenderà il timone della società deve essere ben consapevole che va in una grande piazza dal passato importante e dovrà fare il massimo. Il Cosenza non muore mai, il presidente Guarascio, ogni anno riesce a centrare l’obiettivo in un modo o nell’altro, ma è chiaro che ora serve progettualità. Il Cosenza e i suoi tifosi meritano obiettivi più ambiziosi di una salvezza sofferta. Ricordo Padre Fedele ai tempi come trascinava la tifoseria rossoblu, Cosenza ha bisogno di sognare in grande. Il Catanzaro è tornato in Serie B dopo aver stra dominato il campionato. Meriti alla società, ma un grosso riconoscimento va attribuito a mister Vivarini, il quale ritengo sia l’allenatore giusto che serviva ai giallorossi. Parliamo di un tecnico bravo e ambizioso, oltre che innovativo, infatti il rinnovo con il Catanzaro è la dimostrazione di come lui insieme alla società vuole arrivare il più in alto possibile. Mi auguro che presto possa tornare in B anche il Crotone, che purtroppo ha avuto la sfortuna di trovare un Catanzaro molto forte. Ho molta simpatia per le formazioni calabresi, quindi mi auguro di vederle arrivare sempre più in alto”.
A proposito del Crotone, il presidente Vrenna nei giorni scorsi ha dichiarato che la Lega Pro così non va, a partire dal format dei play off ad un monte ingaggi più contenuto. Questo ci fa ricordare la famosa riforma dei campionati di cui si è discusso tanto durante la pandemia, ma che poi di fatto non se ne fece più nulla. Detto questo, lei d’accordo con il massimo dirigente dei pitagorici?
“Vrenna ha detto delle cose più che condivisibili. I play off di Lega Pro sono con questo format da qualche anno, che vedono partecipare le formazioni classificate dal secondo al decimo posto di ogni girone. A mio avviso è poco meritocratico e su oltre trenta squadra solo una riesce a farcela. Sulle riforme dei campionati se ne parlò tanto durante la pandemia, ma è rimasto tutto in cantiere. Vedremo se da qui ai prossimi anni si passerà dalle parole ai fatti,chiaro che così diventa difficile fare calcio in una categoria come la Lega Pro, dove gli introiti non sono come quelli provenienti dalla Serie A e dalla Serie B”.
Lei è un grande dirigente di lunga data, ha vissuto le varie trasformazioni del mondo del calcio, non crede che oggi ci sia troppa improvvisazione e fretta di arrivare in alto ad ogni costo?
“ Parto dal fatto che la meritocrazia sia ormai sconosciuta in tutti gli ambiti, non solo nel calcio, purtroppo oggi pur di entrare in questo mondo si fa di tutto, a discapito di chi studia duramente e ha davvero le competenze. Oggi nessuno vuole fare gavetta e tanto meno ascoltare i consigli di chi è più esperto, ma come ho detto prima è una tendenza presente in tutti i settori lavorativi. Resta il fatto che oggi come non mai, nel calcio servono prima dirigenti competenti, sono loro che determinano in primis i successi di una società sia dentro che fuori il rettangolo di gioco. Una volta ti veniva concessa un’opportunità ma se non la sfruttavi al meglio eri fuori, mentre oggi hai un ampio margine di errore e resti comunque nel giro”.
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