Vincenzo Vivarini si è raccontato ai microfoni di Tv Play: ''Non ci aspettavamo una Serie B diversa, ma lo speravamo. A inizio stagione avevamo tanti punti interrogativi visto che ci siamo presentati con tanti esordienti e con un progetto tecnico particolare da adattare a un campionato diverso come la B. Noi volevamo mantenere quell’entusiasmo che ci ha contraddistinto in Lega Pro: i ragazzi sono stati molto bravi, hanno sempre cercato di esprimere quanto fatto anche nella stagione scorsa. La prima partita contro la Cremonese avevamo tanti dubbi e incertezze ma col passare del tempo abbiamo preso consapevolezza, motivo per cui speriamo di chiudere in bellezza”.
Poi aggiunge: ''Io sono sempre stato un allenatore molto propositivo. Quando ho avuto il tempo di mettere in pratica le mie idee sono stato sempre molto contento e soddisfatto. A Teramo, ad esempio, avevo fatto molto bene in quei tre anni che ho passato lì. La soddisfazione è veder realizzati i miei pensieri e il mio concetto di calcio, che è sempre più difficile perché spesso si è costretti ad adeguarsi alle situazioni. Qui a Catanzaro ho avuto la possibilità di prendere giocatori con determinate caratteristiche che possono essere funzionali al progetto tecnico che avevo in mente: tutto ciò è una grande soddisfazione”.
Sui singoli: “Situm è un giocatore che non ha un ruolo ben definito, può giocare da mediano, terzino, trequartista o anche esterno. A seconda della sua posizione riusciamo a far ruotare tutta la squadra. Ha grande capacità di palleggio ed è un giocatore molto utile per il nostro progetto di gioco. Sounas ha qualità tecniche e tattiche di livello altissimo. Se gli affidi un compito puoi sempre stare tranquillo. Nessuno credeva che potesse fare un campionato di Serie B e quest’anno sta smentendo in molti. D’Andrea è un talento puro, è il primo anno che gioca con regolarità in una prima squadra. Deve ancora capire l’importanza di vestire la maglia di in una piazza come Catanzaro. Deve credere più nella squadra che nelle qualità personali, mettendosi a disposizione del gruppo. Ha una qualità da Serie A. Sta lavorando anche per completarsi come calciatore da un punto di vista tattico: si farà valere nei prossimi anni”.
L'importanza della società: ''Si dice che l’allenatore sia sempre solo, nel bene e nel male. Io credo che sia un ruolo che debba essere sostenuto dalla società. A Catanzaro c’è la famiglia Noto che ha un grande spessore umano e professionale, e per un tecnico è indispensabile. Ho trovato anche la possibilità di avere dirigenti seri e preparati. Io ho messo giù la proposta di un calcio di un certo tipo, ma per attuarlo non basta solo l’allenatore, ma un direttore che sappia prendere i giocatori giusti. Sotto l’aspetto della qualità del gioco e dell’organizzazione mi rivedo a pieno nella mia squadra”.
Sguardo al futuro e non solo: ''Sono abituato a vivere alla giornata. L’anno scorso pensavo solo alla partita successiva, passo dopo passo. Il lavoro dell’allenatore è molto complesso. Adesso mi fa piacere ascoltare i complimenti che anche i colleghi mi riservano, a livello umano sono molto pratico e razionale, so come funziona il calcio: se riesci a far risultato è tutto giusto, ma allo stesso tempo se perdi qualche partita sei nuovamente nell’anonimato. Serve lavorare con grande attenzione e lucidità, abbiamo una grossa responsabilità sulle spalle. Catanzaro si conosce poco come città, perché ha vissuto il grande calcio negli anni ’80, ma resta un popolo che vive di questo sport. A Parma, ad esempio, il settore ospiti è stato allargato perché c’erano tantissimi tifosi. Tutto questo ci dà sia soddisfazione che senso di responsabilità. In questo finale di campionato troveremo le migliori squadre, quindi dobbiamo pedalare per arrivare a fine stagione con la possibilità di festeggiare ancora”.
Su Iemmello: ''C’è stato uno studio sulla scelta dell’attaccante che ci potesse garantire gol e movimenti funzionali per la mia idea di calcio. Iemmello è un grande bomber, ma è uno che sa cucire molto bene il gioco, sa dialogare coi compagni e occupare bene gli spazi: è un giocatore indispensabile. Lui essendo di Catanzaro vive ancora di più quel senso di responsabilità che è fondamentale. Possiamo dire che c’è stato questo connubio tra motivazione e aspetto tattico che ci ha portato ad avere un calciatore che abbiamo ricostruito e che ci sta dando tante gioie”.
Biasci e Vandeputte: ''Ci vogliono giocatori all’altezza per sviluppare le idee. Biasci rappresenta i misteri calcistici della vita perché è strano che uno come lui non abbia mai giocato in Serie B. Ora sta sviluppando tutte le sue qualità e potenzialità, è stata una scelta molto mirata e non abbiamo sbagliato. Vandeputte si sta completando come calciatore ma ha ancora da migliorare. In questo momento sta crescendo e si sta facendo valere anche in Serie B, ma può ambire alla massima categoria. Per noi sono giocatori indispensabili”.
Sul futuro: “Io ho ancora un altro anno di contratto al Catanzaro. Io vivo alla giornata, qui sto bene e c’è tanto entusiasmo. I tifosi possono stare sereni e tranquilli”.
Autore: Attilio Malena / Twitter: @attiliomalena
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