L'emergenza Corona Virus mette a repentaglio l'economia del calcio, a partire dal mondo dilettantistico che rischia di scomparire senza un aiuto concreto da parte delle istitutizioni. In esclusiva ai nostri microfoni, il patron del Castrovillari, Alessandro Di Dieco lancia l'allarme tra presente ma soprattutto e futuro.

Quali preoccupazioni un presidente del club ha oggi nel mondo della Serie D per la gestione della società nel prossimo futuro?
"La preoccupazione ora è la salute degli atleti e delle persone. Mentre squadre come Juventus e Inter hanno medici professionisti, hanno strutture e possono arrivare delle risposte, per un club dei dilettanti tutto questo è un'utopia. Il rischio è questo: se riprendiamo a giocare, può esserci qualche nuovo contagio e può succedere qualcosa di irreparabile. A quel punto le responsabilità di chi sarebbero? Fin quando non uscirà un vaccino che ci possa tutelare, far ripartire il calcio e tutti gli altri sport è quasi impossibile. Ovviamente c'è un discorso legato anche a tutto il resto: una situazione si dovrà trovare. Ma ad esempio su un calcio d'angolo dove i ragazzi sono tutti attaccati il rischio di contagio è alto. In una partita non avere il contatto fisico è quasi impossibile. Come si gioca, con le tute da sub, pinne, guanti e mascherine? È un momento difficile, anche sotto l'aspetto imprenditoriale. L'economia è bloccata, si sono persi centinaia di miliardi di euro. Siamo in serie difficoltà. Poi considerando anche che è a rischio la vita, il calcio oggi nel dilettantismo secondo me è un problema secondario: in questo momento è meglio non pensarci, visto quello che ogni giorno stiamo vivendo. Il calcio dilettantistico avrà serie ripercussione".

Il presidente della Lega Pro, Ghirelli, ha dichiarato che un presidente invece che salvare il suo club, che rappresenta il dilettevole, sceglierà sempre di salvare l'azienda per poter mantenere la propria famiglia, quindi quello che diventa per lui l'utile
 "Sono parole giuste e sacrosante. È la verità. Il calcio è un di più. Ora ci sono difficoltà a poter fare questo di più. Ci auguriamo di poter mantenere le aziende operative, di non licenziare le persone e di non far salire la disoccupazione, anche perché ci sono numeri importanti da questo punto di vista. Penso che una persona da buon imprenditore, da padre di famiglia e da persona seria ha come necessità quella di salvare la sua azienda e tutte le persone che ci lavorano e di garantirgli lo stipendio. Dall'altra parte dobbiamo ancora pensare di tutelare i calciatori, magari con qualche ammortizzatore sociale e di permettergli di portare a casa il pane. Per loro è un lavoro, quindi come hanno diritto di lavorare così hanno il diritto di portare a casa il pane per la loro famiglia. L'importante è trovare una soluzione sotto quest'aspetto per cercare di avere un ammortizzatore sociale per tutti questi ragazzi che non sono legati a contratti professionistici e quindi non sono legati a grandissime cifre, ma il minimo indispensabile".

Il presidente della LND, Cosimo Sibilia, ha infatti detto che si auspica un fondo salvacalcio: c'è bisogno dell'intervento dello stato anche per far vivere la passione di molti tifosi. Ci sono in D, Eccellenza, ma anche in C per molti è uno svago in questo momento così difficile. È auspicabile un intervento del governo e non solo delle istituzioni del calcio. Che ne pensa?
 "Lo stato deve tutelare tutti in ogni forma possibile. Tutti i cittadini italiani ne hanno bisogno. Non bisogna lasciare nessuno indietro, non bisogna consentire che qualcuno possa rimanere in serie difficoltà. Anche a questi ragazzi va data la possibilità di portare il pane a casa, per loro è un lavoro. Non possiamo dimenticarci di loro. Dare un contributo alle società non va bene: bisogna far sì che le società trasmettano l'elenco dei tesserati e che tutti i tesserati con una forma di ammortizzatore sociale abbiano direttamente sul loro conto corrente una sorta di tranquillità economica. Si sta parlando di sopravvivenza e di portare qualche soldo a casa per fare la spesa. Me lo auguro e lo spero: se in un momento di difficoltà non ci possiamo essere noi vicino ai ragazzi, ci devono essere lo stato e le istituzioni. Non vanno lasciati soli, bisogna fare qualcosa per loro. Se noi siamo in difficoltà, e la maggior parte di noi lo è, va fatto qualcosa per questi ragazzi. Il presidente di Lega Sibilia si farà sentire e io e gli altri presidenti saremo pronti a fare un tavolo per discutere tutto quello che si potrà fare. Ora è importante che tutti siamo uniti, trovare le soluzioni e cercare di capire come uscire da queste situazioni. Il dialogo è fondamentale".

Sezione: Primo piano / Data: Mer 01 aprile 2020 alle 14:15
Autore: Attilio Malena / Twitter: @attiliomalena
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