In esclusiva ai nostri microfoni Roberto Boscaglia, tecnico esperto e preparato, il quale fa il punto sul momento del calcio italiano e sulle formazioni calabresi che si stanno preparando alla nuova stagione.

Salve mister, in Serie B si sta vivendo un’estate rovente a causa di tutti questi ricorsi che rischiano di far slittare l’inizio del campionato. Da uomo di calcio quale è lei, che idea si è fatto di questa insostenibile situazione?

“Sono situazioni che si verificano solo in Italia, puntualmente ogni anno. Capisco che ci sono tre gradi di giudizio, ma i tempi sono davvero lunghi. L’ideale sarebbe che giustizia sportiva e ordinaria trovassero un punto d’incontro, anche perché poi la decisione finale viene presa dal Tar o in alcuni casi dal Consiglio di Stato. Quello che trovo vergognoso è come non venga minimamente considerato il merito sul campo. Pensare che Lecco e Reggina si siano guadagnate la Serie B sul campo rischiano ora di non essere ammesse, favorendo Brescia e Perugia che di fatto sono retrocesse. Il calcio italiano ha bisogno di chiarezza attraverso delle giuste norme, il prima possibile”.

A proposito di Reggina, quanto può essere difficile per Inzaghi e i suoi giocatori lavorare in queste difficile condizioni, con una società inesistente e un futuro totalmente incerto?

“Non è semplice per nulla, Inzaghi insieme al suo staff dovranno essere bravi a tenere unito il gruppo. Nel corso della stagione lavori ogni giorno in funzione della partita, qui invece lavori senza sapere cosa accadrà. Ricordo quando ero alla Virtus Entella, il Coni ci aveva riammesso in Serie B, mai poi il Tar diede sentenza negativa costringendoci poi a dover giocare in Lega Pro. Partimmo in ritardo, perché non sapevamo in quale categoria saremmo andati a giocare. La nostra forza fu la società e l’ambiente, che ci permisero di lavorare tranquilli e in serenità, riuscendo poi a riprenderci sul campo quella Serie B che ci avevano tolto l’anno prima. Detto questo, a maggior ragione in casa Reggina tecnico e squadra dovranno essere una pigna, soprattutto in questo momento delicato. Reggio è una piazza importante, merita rispetto e chiarezza”.

Restando a parlare di Serie B, quali sono le sue considerazioni sulle altre due calabresi Catanzaro e Cosenza. Secondo lei, hanno le carte in regola per poter far bene?

“Catanzaro è una piazza importante, di grande tradizione, che ritrova la Serie B dopo diversi anni. Solitamente chi arriva dalla Lega Pro al primo anno fa sempre bene, perciò credo che il Catanzaro ha pienamente le carte in regola per disputare un buon campionato.  Il Cosenza dopo diverse salvezze sofferte può puntare ad un campionato per lo meno tranquillo. La scelta di affidarsi ad un tecnico valido come Fabio Caserta e di aver riportato Tutino che è un giocatore molto importante per la categoria, dimostra come  la società del presidente Guarascio voglia alzare l’asticella. A differenza degli altri anni, dove il mercato di gennaio spesso ha dato una ai rossoblu nel raggiungimento dell’obiettivo, ora si è preferito a farsi trovare pronti sin da subito e ritengo che sia giusto così per una piazza blasonata come Cosenza”.

Lei in passato è stato molto vicino a sedere sulla panchina del Cosenza, per quale motivo poi non si concretizzò il suo approdo in rossoblu?

“Conobbi il presidente Guarascio due estati fa, quando il Cosenza non si sapeva se veniva riammessa o meno in Serie B. Ricordo che fu un incontro gradevole, ci confrontammo con il presidente, il quale mi fece una buona impressione. Alla fine non trovammo un punto d’incontro e ognuno per la propria strada”.

Scendendo di categoria, vale a dire in Lega Pro, il girone c si preannuncia molto duro e competitivo anche quest’anno. Secondo la sua grande esperienza che l’ha vista spesso vincere in questi campionati, che ruolo potrà avere il Crotone?

“Il girone c di Lega Pro è il più difficile, sia a livello ambientale che tecnico, anche quest’anno ci sono diverse piazze importanti che proveranno a vincere. Il Crotone ha l’obbligo di provare a vincere , soprattutto dopo la delusione ai play off. I pitagorici si sono affidati ad un diesse esperto come Di Bari, il quale sono certo che allestirà una squadra forte e competitiva. Per vincere in queste categorie serve in primi una società forte, che metta tecnico e squadre nelle condizioni ideali di poter lavorare al meglio. La giusta sinergia tra tecnico e diesse, abbinata a dei giocatori esperti di qualità con l’aggiunta di qualche giovane di belle speranze, portano alla vittoria dei campionati. Se andiamo ad analizzare chi ha vinto nei tre gironi, notiamo come tutte e tre le formazioni hanno una rosa con un’età media medio alta. Puoi far giocare solo giovani e far bene, certo che si, ma difficilmente arrivi a vincere i campionati. I giovani devono giocare tra i pro se lo meritano, non certo perché lo impone un regolamento, perché poi le società si trovano costretti ad impiegarli soltanto per il minutaggio e non per le loro qualità. Succede poi che questi ragazzi si trovano a dover giocare nei campionati dilettantistici. Altro problema è il format dei play off, troppe squadre in lizza per un solo posto che vale la B. Capisco che coinvolgere dalla seconda alla decima classificata serve a tenere vivo il campionato fino alla fine, ma lo ritengo poco meritocratico. Servirebbe ridurre la Lega Pro a due gironi e far partecipare i play off le prima 5 o 6 classificate”.

Mister , riguardo al suo futuro cosa bolle in pentola?

“Ho tanta voglia di tornare in pista, in questi giorni c’è stato qualche incontro, ma niente di particolare. Vedremo più avanti cosa accadrà, perché da parte via c’è tanta voglia di ripartire”.

Sezione: Primo piano / Data: Mar 25 luglio 2023 alle 16:39
Autore: Rocco Calandruccio
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