Che peccato, è proprio il caso di dirlo. La Reggina, con due gol di vantaggio, si fa rimontare dal Benevento. Un punto contro una buona squadra non è certamente da buttare alle ortiche intendiamoci, ma prevale l’amaro in bocca per un primo tempo impeccabile e una ripresa troppo severa con Menez e compagni. Unica pecca per gli amaranto, quest’oggi, è stata una gestione troppo statica e rilassata nella ripresa. Lato opposto, i giallorossi non si sono mai dati per vinti e hanno guadagnato un pari preziosissimo al Granillo. Mai dare nulla per scontato, eccola la lezione imparata dalla squadra di Inzaghi, loro malgrado.

Il primo tempo è praticamente a senso unico. Uno spartito ben studiato in settimana e successivamente eseguito con la precisione delle migliori orchestre. La Reggina si fa preferire agli avversari. Prende campo, mantiene possesso palla e linea alta. Pressione e intensità in crescendo portano al primo episodio chiave della partita. Al 17’ fallo di mano di Pastina in area e calcio di rigore chiaro e cristallino assegnato tramite il Var. Il rigorista numero uno, ormai assodato, è Hernani. Esecuzione insidiosa, Paleari intuisce ma non può opporsi. Il vantaggio non accontenta la Reggina. Gli amaranto continuano ad asfaltare la strada del bel gioco, fluido e sempre difficile da arginare per gli avversari. Come al 36’, quando in contropiede velocità e lucidità fanno la differenza. Hernani guadagna il fondo, appoggia in area a rimorchio per Menez e un rimpallo favorisce Canotto spalle alla porta. L’ala scuola Reggina ha un solo modo per far gol, quello con maggiore stile: di tacco da pochi passi. Detto fatto e altro timbro del buon Gigi.

La ripresa vede una Reggina interpretare il ruolo del normalizzatore, di chi con la partita in mano gestisce l’andamento della contesa, abbassando il ritmo e rimanendo compatta in difesa. In queste condizioni non puoi permetterti nemmeno una piccola disattenzione. Basta un attimo ed è tutto da rifare. Il Benevento ci crede e da calcio d’angolo in mischia trova il gol al 59’ grazie a Improta. Lo stesso calciatore giallorosso commette fallo da rigore per tocco di mano al 65’. Tutto cancellato da una corretta revisione Var. La palla sbatte sulla coscia e non sul braccio. Decisione incontestabile, ma che evidentemente non permette alla Reggina di contenere il ritorno degli avversari. Campani che a testa alta prendono sempre più campo con il passare dei minuti, riuscendo anche a realizzare il pareggio all’81’. Ci sarà da discutere non poco per la realizzazione firmata Acampora. Il tiro da fuori area è insidioso, ma sulla traiettoria chiaramente in fuorigioco c’è Capellini ad ostruire la visuale a Ravaglia, impossibilitato ad intervenire. Sembra abbastanza scontato l’annullamento del gol, ma l’arbitro decide di convalidare la rete.

La storia della partita si capovolge. L’inerzia andava nettamente a favore della Reggina nel primo tempo, viceversa nella ripresa è tutto contro gli amaranto. Eppure i calabresi, rimontati non demoralizzati, sfiorano il gol con Rivas al minuto 86. Solo un miracolo di Paleali può opporsi al colpo di testa in area dell’honduregno. Le ultime due palle gol intorno al 90’ sono a firma Hernani. Punizione da distanza considerevole prima e spizzata di nuca in mischia poi, non concedono ulteriore gloria al brasiliano. Accenno di rissa e nervosismo non permettono altri arrembaggi agli uomini di Inzaghi nel recupero. Pareggio doveva essere evidentemente e pareggio è stato. Guardare avanti e non pensarci troppo adesso sarà l’imperativo.

Sezione: Primo piano / Data: Dom 27 novembre 2022 alle 14:45
Autore: Paolo Messina
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