Due mesi di appannamento che hanno fatto sfumare prima la lotta per il primo posto e poi (al momento) l'ipotesi di giocare direttamente la finalissima playoff. Il Capo Vaticano ha perso un po' lucidità in questo rush finale e adesso, a due giornate dalla fine, l'obiettivo principale è quello di tenere a bada la Saint Michel che dietro spinge. Dopo l'inaspettato KO pre-Pasquale di Melicucco e il pari interno post-Pasqua contro la Deliese arriva anche la sconfitta in casa dell'ex fanalino di coda Sporting Catanzaro Lido. Una flessione, inoltre, che coincide anche con l'astinenza dal gol dell'attuale capocannoniere Diego Surace che dura da ben sei giornate. Proprio il centravanti neroverde, che quest'anno ha e sta letteralmente trascinando la sua squadra, cerca di dare una scossa all'ambiente: "Non è questo il momento di mollare, ma di guardare avanti e rialzarci. Le ultime prestazioni forse sono dovute ad un probabile calo fisiologico ma non deve essere un alibi, anche perché dobbiamo metterci sotto e lavorare sia sotto l'aspetto mentale che fisico per arrivare al meglio ai playoff". Il peso del leader silenzioso e la concretezza dentro al campo: eccoli i fattori principali di un Diego Surace, omonimo e cugino del mister, che non gioca per un rendiconto personale ma per i sentimenti che muovono il cuore sia per questa maglia ma, soprattutto, per questa sua terra d'origine e con la quale ha sigillato una nobile promessa: "Questo è il mio primo anno che gioco in Calabria. Sono originario di qui ma i miei si trasferirono al Nord prima che io nascessi. Lo scorso anno sono tornato qui e, dopo la scomparsa di mio padre avvenuta lo scorso agosto, ho deciso di rimanerci. E sono rimasto perché voglio onorare la terra di mio padre facendo la cosa che mi riesce meglio: giocare a pallone. Voglio prendere per mano il Capo Vaticano e portarlo in Eccellenza dopo venti anni di assenza, onorando il territorio in cui mio padre è cresciuto". Nobili motivazioni, spinte dalla gratitudine e dal ricordo, e forse per questo lo stesso Surace si è brillantemente distinto nel corso di questa stagione perché se gli altri, in giro per i campi, erano spinti da un'ambizione sportiva sì ma anche personale, lui invece è guidato da un senso di riconoscenza che pochi altri hanno. E a volte ciò ha di gran lunga più valore di un piede fatato.

"Non segno da sei giornate e l'astinenza si fa sentire, anche perché in questo lasso di tempo la squadra ha fatto solo 5 punti. Sono ancora capocannoniere, ma credo che c la giocheremo fino alla fine io, Bruzzaniti e Barolo ma senza dimenticare Jaiteh e Buades. Sarebbe un grade onore vincere questa classifica non solo per me, ma perché finalmente potrebbe vincerla un vibonese così come sarebbe bello vedere un'altra vibonese in Eccellenza". Senza umiltà non si diventa grandi, e Surace ne ha da vendere. L'attaccante poi conclude così, non dimenticando chi ha creduto in lui prima di questa stagione: "Devo ringraziare mio cugino che mi ha voluto in questa annata, e per me è stato davvero importante e spero di aver ripagato tutta la fiducia che lui ha riposto in me. Ce la faremo tutti quanti, perché il campionato non è finito e c'è un playoff da affrontare e vincendo, chissà, anche la classifica marcatori". I neroverdi domenica saranno chiamati al derby contro il San Nicola da Crissa.

Sezione: Primo piano / Data: Mer 17 aprile 2024 alle 08:17 / Fonte: a cura di Vincenzo Primerano
Autore: Rocco Calandruccio
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