Nella puntata di Novantesimo e Dintorni,andata in onda come ogni lunedì sera su GS CHANNEL(canale 83), ospite in collegamento Rosario Sasso, ex capitano della Reggina targata Nevio Scala. Nel corso della trasmissione, Sasso, parla del delicato momento  della Reggio Calabria calcistica , ma soprattutto di quella sua Reggina che fece innamorare un’intera città  che ancora oggi è nel cuore di tutti.

Rosario Sasso: "La Serie D non è certo la categoria adatta per una piazza straordinaria come Reggio. Per i colori amaranto sarei sempre pronto, insieme ai miei compagni di quella Reggina non avremmo problemi a far capire ai dirigenti attuali cosa significhi la maglia amaranto. Sono certo che la società sia già a lavoro per allestire una rosa competitiva, in grado di poter vincere il campionato e tornare tra i professionisti. La Reggina tornerà dove merita, serve solo un po’ di pazienza, ora bisogna pensare a far bene in questi play off. Al dì là della loro utilità è sempre meglio puntare a vincerli, perché non si sa mai cosa potrà succedere se dovesse presentarsi la possibilità di un eventuale ripescaggio. I miei anni a Reggio ? Fantastici. Eravamo tutt’uno con la città, i tifosi ci amano ancora oggi perché abbiamo sempre onorato e sudato la maglia. Quella Reggina aveva un gruppo straordinario, c’era grande unione nell’ambiente e questo ci ha dato maggiore spinta per raggiungere traguardi straordinari. Quel campionato dove sfiorammo la storica promozione in A, giocavamo con una spensieratezza che ci portò poi a disputare quel famoso spareggio di Pescara con la Cremonese, perso sfortunatamente ai calci di rigore. In quella partita ci mancò proprio quella spensieratezza, che ci aveva contraddistinto nell’arco di tutta la stagione. Avevamo tutto per battere la Cremonese , arrivata stanca, ma fece leva sull’esperienza  e riuscì a portare il match ai rigori. Per fortuna che a distanza di dieci anni Reggio riuscì ad andare in A, anche se già con noi quella splendida tifoseria avrebbe meritato di approdare nell’olimpo del calcio italiano. Un aneddoto di quegli anni in amaranto ?  Nevio Scala prima di averlo allenatore alla Reggina era mio compagno di squadra a Foggia, quindi c’era un rapporto davvero amichevole. Ricordo che in vista della partita con il Licata preferì Armenise a me, per il semplice fatto che quando mi sostituì per squalifica Pietro giocò bene . Lui pur essendo diventato allenatore e io rimasto giocatore continuavo a chiamarlo Nevio, ma quando una cosa non mi andava giù ,come in quella occasione, lo chiamavo mister. Questa cosa a lui suonava strano, considerata però la forte amicizia che c'era tra noi, una sera venne  a trovami  a casa per chiarirci. Vuoi sapere come andò? Andò che finimmo a bere un buon bicchiere di vino e gustare una bella bistecca. Giusto per far capire il rapporto tra me e Nevio.  Era impossibile non volere bene a Nevio Scala, anche quando faceva delle scelte che non mi piacevano. Veniva dalle giovanili del Vicenza e già a Reggio si vedeva da subito che sarebbe diventato un allenatore importante come poi è stato”.

Sezione: Reggina / Data: Mar 16 aprile 2024 alle 19:48
Autore: Rocco Calandruccio
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