Analizzare la stagione 2022-’23 della Reggina permette di approfondire diversi punti di vista. L’entusiasmo del girone d’andata, finito per diventare controproducente; i debiti pregressi e le penalizzazioni, che alla fine dei conti più di tanto non hanno inciso in classifica; il deludente girone di ritorno con medie da zona retrocessione. Sfaccettature che meriterebbero un degno approfondimento, ma c’è un collante che mette tutto insieme: le enormi difficoltà del reparto offensivo amaranto, certamente il più insufficiente in termini di scelte, numeri e rendimento.
Dici Bolzano, leggi stagione – L’ultimo atto dell’annata ha perfettamente riassunto l’intero percorso. La Reggina, pur provando in ogni modo a costruire azioni offensive di rilievo, arrivando anche al tiro e facendosi preferire per lunghi tratti agli avversari, non ha trovato quel gol, quell’unica rete che sarebbe bastata a far proseguire il sogno. Ad essere mancato negli ultimi 90’ è stato l’apporto della prima punta, quell’attaccante di peso che né in Strelec né in Gori ha trovato un degno interprete. Fuori dal gioco, lontani dai radar, incapaci di incidere. Contro il Sudtirol sì, ma anche per l’intera stagione.
Numeri alla mano – Le statistiche fotografano a pieno la difficoltà realizzativa delle punte amaranto. La Reggina ha chiuso il campionato con 49 gol fatti, rappresentando il terzo peggior attacco delle prime otto, davanti solo a Parma con 48 e Sudtirol a 38. Di queste 49 reti, soltanto 11 portano la firma delle prime punte di Pippo Inzaghi. Ci riferiamo, naturalmente, ai vari Gori (3), Strelec (3), Galabinov (0), Santander (0) e anche Menez (5) utilizzato spesso come perno centrale del poi dismesso 4-3-3. Un apporto realizzativo inconsistente ed insufficiente per una squadra arrivata fino ai playoff. Certo, i marcatori sono giunti da altri ruoli, ma non si può sperare di andare lontani con certi numeri negativi da chi è chiamato a buttarla dentro.
Scelte sbagliate e futuro – Innegabile come il rendimento dei calciatori faccia la differenza, così come le scelte tattiche durante l’anno. Le colpe di un attacco sterile, però, vanno divise anche e soprattutto con chi ha portato avanti la costruzione estiva prima e invernale poi della rosa. Due sessioni di mercato semplicemente sbagliate nel reparto offensivo. La dirigenza durante la bella stagione 2022 ha puntato tutto o quasi su Santander, che bomber in vita sua non lo è mai stato. Aggiunto poi un giovane di belle speranze come Gori. Una scommessa, quest’ultima, certamente non vinta. La tavola, già apparecchiata male, non ha avuto nessun piatto di porcellana che rubasse l'occhio nel gennaio scorso. Un mercato di riparazione che ha portato in riva allo Stretto Strelec, 22enne che con lo Spezia in A giocava a piccoli sprazzi e che ha faticato clamorosamente ad entrare nei meccanismi di gioco amaranto.
Mercato a parte, in rosa la Reggina ha avuto Galabinov già infortunato dalla scorsa stagione e che quest’anno tra ricadute e ritorni, non è mai stato in grado di entrare in ritmo partita. Discorso diverso per Menez, che prima punta non lo è mai stato. Un falso nove utilizzato spesso da Inzaghi, che altre alternative ad un certo punto non le ha avute. Il 36enne francese, da sempre incostante, si è confermato tale, trascinando gli amaranto in alcune partite e restando fine a se stesso in altre.
Il futuro è ancora tutto da scrivere e la squadra andrà rinnovata in ogni aspetto, soprattutto in attacco. Prima di pensare a discorsi di mercato, però, servirà sistemare definitivamente l’annosa questione ristrutturazione debiti pregressi, poi si penserà a come modellare una squadra omogenea e di alto livello in ogni zona del campo, facendo tesoro degli errori commessi e ponderando ogni scelta nell’allestimento della rosa.
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