In esclusiva ai nostri microfoni, Girolamo Mesiti, allenatore e consigliere componente professionistica dell’Aiac (Associazione Italiana Allenatori Calcio). Nel corso di questa intervista, il tecnico di Bagnara Calabria, ci ha parlato dell’importante evento in programma domani alle 18, vale a dire la cerimonia d’intitolazione della sede Aiac all’avvocato Ernesto Corigliano, padre fondatore dell’associazione, nata nel 1966. All’evento sarà presente anche il presidente dell’Aiac, Renzo Ulivieri. Insieme a mister Mesiti, abbiamo parlato inoltre della figura dell’allenatore, che negli ultimi anni è cambiata tantissimo, andando oltre l’aspetto tecnico-tattico.
Salve mister, ci vuole parlare dell’importante evento in programma domani a Santa Caterina Ionio ?
‘ Domani ci sarà questo importante evento, che vedrà l’intitolazione della sede Aiac all’avvocato Ernesto Corigliano, fondatore dell’associazione Aiac. La cerimonia inizierà alle 18, presso Viale Italia 35 a Santa Caterina Ionio. Ci sarà la presenza dei familiari del compianto avvocato, oltre a quella del presidente nazionale dell’associazione, Renzo Ulivieri. Successivamente,presso l’Agriturismo ‘La Sena’ di Santa Caterina Ionio, verrà presentato il libro intitolato ‘Il ruolo dell’allenatore oltre la categoria’, scritto dai fratelli Giuseppe e Natale Giovinazzo. Un bel progetto intrapreso dagli allenatori reggini ed esteso a tutti i colleghi calabresi. L’obiettivo è quello di rilanciare la figura dell’allenatore, in un territorio molto difficile’.
Quanto è cambiata la figura dell’allenatore nel corso degli anni ?
‘La figura dell’allenatore è cambiata tantissimo nel corso degli anni. Oggi l’allenatore non si limita ad avere soltanto competenze tecnico-tattiche, ma deve essere bravo nella gestione del gruppo, nel trasmettere la mentalità giusta ai suoi giocatori e non solo, tutti requisiti fondamentali per chi vuole allenare nel calcio di oggi. Devo dire che il livello degli allenatori si è abbastanza elevato un po’ in tutte le categorie, specie in quelle dilettantistiche, che di dilettanti hanno soltanto il nome. Chiaro che è molto più difficile allenare nei dilettanti, per il semplice fatto che un tecnico è costretto a dover fare tutto da solo, mentre che allena tra i professionisti può avvalersi di uno staff qualificato e competente’.
Sarri alla guida della Juventus ha ottenuto il suo primo scudetto in carriera, dopo aver fatto una lunga gavetta prima di arrivare a questi livelli. Non crede che ciò dovrebbe essere la norma, invece pare essere oggi diventata una rarità ?
‘Questo è vero, dovrebbe essere la norma il percorso fatto da Sarri, ma purtroppo sono sempre le società che decidono chi prendere come allenatore, anche se noi come associazione privilegiamo competenza e meritocrazia. Anni fa c’era la moda di Guardiola, imitata con pessimi risultati anche da noi in Italia, oggi invece si parla tanto di De Zerbi, ma ci si dimentica che questi due erano allenatori in campo già da quando giocavano. Quel loro modo di essere in campo, lo hanno poi trasmesso ai giocatori che da come si è visto lo mettono bene in pratica’.
In Italia la carriera di un allenatore è molto condizionata dai risultati, non gli si dà il tempo necessario per lavorare. Non sarebbe ora di cambiare questa mentalità, che non porta per nulla alla crescita del nostro movimento calcistico ?
‘In effetti c’è questo malcostume nel nostro calcio, abbiamo visto anche in questa stagione troppi cambi di panchina che in fin dei conti non hanno migliorato la situazione delle squadre. Per fortuna che da noi non c’è la regola che consente ad un allenatore di poter sedere su più panchine in una stagione, dopo che viene esonerato. Sarebbe stato un disastro ’.
In vista della prossima stagione, cosa si prospetta per gli allenatori calabresi ?
‘Devo dire con dispiacere, le società calabresi puntano poco sugli allenatori locali, purtroppo si tende a preferire chi vien da fuori. La cosa è strana, perché gli allenatori calabresi non hanno nulla da invidiare agli altri tecnici d’Italia. Stiamo vedendo come il giovane Occhiuzzi stia facendo un lavoro straordinario a Cosenza, dove ha ereditato una situazione non facile. Roberto sta facendo il giusto percorso per una carriera importante. Io ebbi modo di conoscerlo tempo fa e mi aveva fato un’ottima impressione. Mi auguro che i tecnici calabresi possano trovare fortuna nella loro terra, visto che quando vanno fuori dalla Calabria ottengono risultati importanti’.
Dove la vedremo nella prossima stagione ?
‘C’e stato qualche contatto con alcune società, ma niente di che, vedremo se ci sarà un progetto che mi stimoli. Attualmente sono contento di guidare la Rappresentativa Regionale Under 19. Per tornare ai discorsi che facevamo prima, il selezionatore rispetto all’allenatore è un ruolo totalmente diverso, perché non ti dà la possibilità di aver un contatto quotidiano con i giocatori, ma hai poco tempo e devi comunque cercare di raggiungere gli obiettivi’.
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