In esclusiva ai nostri microfoni, Umberto Quistelli, giovane diesse con il quale abbiamo trattato argomenti molto interessanti e attuali. Nel corso dell’intervista, Quistelli parla di come rendere il calcio in maniera più sostenibile e quanto sia importante investire sulle strutture per poter valorizzare al meglio il settore giovanile.

Salve direttore, si parla da tanto di riforme dei campionati, nel caso in cui dovessero essere messe in atto crede che si potrà fare calcio in maniera sostenibile ?

“Si parla da tempo di riforme dei campionato ma ancora siamo qui ad attendere. L’ultimo anno caratterizzato da questa pandemia ha danneggiato ancor di più economicamente categorie come la Lega Pro, che già si trovavano in una situazione precaria. La soluzione ideale sarebbe quella di distribuire i contributi in maniera equa dalla A alla C. In tutto questo ne avrebbe beneficio la Lega Pro, visto che le società ogni anno si trovano costrette ad affrontare costi enormi e ad avere pochi introiti. Solo così i presidenti avrebbero la possibilità di poter fare un calcio sostenibile. La Lega Pro dovrebbe essere un serbatoio per le categorie superiori, utile a far crescere e valorizzare i giovani, con la possibilità di lanciarli in A ed essere protagonisti in Nazionale e nei grandi club”.

A proposito di giovani, in Italia sono poche le società che investono nei settori giovanili. Come mai non si riesce a diffondere questa politica, considerato che il nostro calcio da diversi anni non è più competitivo come un tempo?

“In Italia bisogna prima investire sulle strutture, molte società di A e B non hanno un loro centro sportivo dove poter costruire e valorizzare il proprio settore giovanile. Siamo indietro rispetto a molte realtà del resto d’Europa, dove i giovani se sono bravi giocano senza problemi. Il settore giovanile deve arrivare fino agli allievi, dalla Primavera i giovani devono allenarsi insieme alla Prima squadra, così hanno la possibilità di imparare dai giocatori più esperti ed essere notati dall’allenatore. Per creare tutto questo, serve in primis un’area scouting di un certo livello. A parte l’Atalanta e la Juventus, non vedo altre società all’avanguardia da questo punto di vista, anzi aggiungo il Milan che ancora oggi gode dell’ottimo lavoro svolto da Filippo Galli, il quale ha portato tanti giocatori in Prima squadra che oggi militano in Serie A, alcuni inoltre hanno consentito di alla società rossonera di poter fare importanti plusvalenze.Lo posso dire perché in quegli anni ho avuto modo di seguire da vicino, l'ottimo lavoro fatto da Galli e il suo scouting. La Juventus è l’unica italiana ad avere una dimensione mondiale, al di là della sua storia lo dimostra il fatto di poter vantare due grandi centri sportivi. Ribadisco, se vogliamo che il calcio italiano torni ad essere competitivo serve cambiare mentalità e investire risorse importanti nelle strutture, necessarie per far crescere i giovani, i quali rappresentano il futuro di una società di calcio”.

In Calabria, la Reggina di Foti  ne è stata un esempio quando in pochi ci credevano. E’ d’accordo su questa mia osservazione ?

“Assolutamente si, la Reggina è stata un esempio, tra le prime società in Italia ad avere un centro sportivo suo, dove ha ottenuto risultati importantissimi e lanciato tanti giovani che poi hanno fatto carriere di tutto rispetto. Il presidente attuale, Luca Gallo, è stato molto bravo a recuperare il Sant’Agata e son certo che anche lui raggiungerà tanti bei traguardi a livello giovanile “.

Tornando a parlare di Lega Pro, come reputa il campionato disputato finora da parte di Catanzaro e Vibonese ?

“Il Catanzaro nonostante la sconfitta di ieri contro un forte Avellino, sta facendo un buon campionato. La società giallorossa ha cambiato molto, ha avviato un nuovo progetto passando da Auteri a Calabro. L’obiettivo dovrà essere quello di mantenersi nei primi cinque posti, in un girone molto difficile, cercando poi di giocarsi il tutto ai play off. Catanzaro ha una storia, è una piazza che vive di passione ma serve pazienza. Avere di questi tempi un presidente come Noto, che investe e programma è un fattore non da poco. La Vibonese anche ha cambiato tanto, sia a livello dirigenziale che tecnico. L’arrivo in panchina di un allenatore esperto come Roselli, servirà molto per centrare la salvezza e programmare al meglio la prossima stagione”.

Sezione: Primo piano / Data: Gio 04 marzo 2021 alle 16:54
Autore: Rocco Calandruccio
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