Nell’ultima puntata di Novantesimo e Dintorni, in onda come ogni lunedì sera su GS CHANNEL(canale 83), ospite in collegamento l’esperto diretto sportivo e scopritore di talenti, Danilo Pagni, il quale ha fatto una ricca panoramica sulle formazioni calabresi.
Direttore, quale è il suo pensiero sulla stagione della Lfa Reggio Calabria?
“Ritengo che la Lfa Reggio Calabria sia di un livello medio alto, il ritardo non giustifica tutti questi punti di distanza dalle prime della classe. Sicuramente il quarto posto è un dignitoso piazzamento che può andare bene per il primo anno, in un girone i di Serie D oggettivamente non irresistibile. Il prossimo anno bisognerà allestire una rosa che ammazzi il campionato. Ci sono in rosa tanti under molto interessanti. So che questa proprietà sta pagando gli stipendi con puntualità, questo è importante ai tempi d’oggi, anche se dovrebbe essere l’assoluta normalità. Conosco il direttore tecnico Bonanno, persona seria e competente, mentre Pellegrino lo ricordo più nelle vesti di allenatore che di direttore sportivo. Brunello Trocini, lo conosco da una vita, parliamo di un grande lavoratore e serio professionista. Lo stesso discorso vale per il suo staff. Chiaro che Bandecchi sarebbe stato una garanzia , soprattutto a livello economico, avendolo conosciuto durante la mia esperienza a Terni. Sono molto legato a Reggio Calabria, una piazza che conosco molto bene, anche perché ci hanno giocato i miei figli fino allo scorso anno. Purtroppo in questi anni a Reggio hanno trovato terreno fertile gente improvvisata e qualunquista, che hanno portato la Reggina dove non merita. Mi auguro che Reggio possa tornare ai livelli che merita, perché la Serie D non la merita la città e ancor meno questa straordinaria tifoseria”.
Rimanendo in Serie D, come reputa il cammino delle altre calabresi?
“La Vibonese è quella che sta facendo meglio, vista la terza posizione in classifica, ma la società del presidente Caffo è ora che si consolidi nel professionismo senza fare troppi su e giù come è avvenuto in questi anni. Dispiace per il Castrovillari, squadra della mia città e a cui sono legatissimo, anche perché ci ha allenato mio padre e io ci ho giocato. Parliamo di una piazza che ha tradizione, ma che in questi anni ha pagato tanta disorganizzazione, dirigenze non all’altezza che nono sono riusciti a rilanciare il calcio a Castrovillari. I complimenti vanno fatti invece a tutti quei commercianti che ogni anno sostengono con notevoli sforzi la società. I miei figli vanno a sostenere la squadra in curva quando possono, ma ad oggi il calcio a Castrovillari è un autentico disastro”.
Passando al calcio professionistico, in Serie B come valuta il campionato di Catanzaro e Cosenza?
“Il Catanzaro sta facendo un campionato straordinario, il presidente Noto ha investito tanto e programmato bene, anche nel settore giovanile puntando su un profilo preparato come Bava. Vivarini è un ottimo tecnico e gli faccio i complimenti. Il Cosenza quest’anno ha alzato l’asticella, sono assolutamente pro Caserta, oltre per la sua bravura ma anche perché è un tecnico calabrese. L’importante è non snaturarsi, a mio avviso deve continuare a giocare con la difesa a quattro anche di fronte a dell’emergenze. Cosenza deve essere protagonista, senza più quei campionato sofferti che non rendono giustizia al prestigio della maglia e ad una tifoseria straordinaria come quella rossoblu”.
In Lega Pro, il Crotone deve credere ancora alla rimonta in vetta?
“La Juve Stabia non la prendi, sta facendo un capolavoro straordinario, con un giovane diesse molto bravo come Lovisa e un tecnico preparato come Pagliuca che sta dimostrando il suo valore. Mi piace molto questa Juve Stabia, poi conosco bene l’ambiente per averci lavorato e vinto un campionato. Campo piccolo e spalti sempre pieni, è una piazza fantastica che ti trascina con grande entusiasmo. Le delusioni sono senz’altro Avellino e Crotone. Dispiace vedere il Crotone in questa situazione, tenendo conto che fino a pochi anni fa rappresentava la Calabria in Serie A. Mi manca quel Crotone della famiglia Vrenna, che dalla Prima Categoria arrivò all’elite del calcio italiano. Ora è tutto affidato al figlio che come tutti i figli sono gioie e dolori, non lo conosco bene, mi sembra comunque un ragazzo sveglio e preparato, ma che ancora non ha inquadrato benissimo la situazione. Si fa sentire l’assenza di una figura come Beppe Ursino?Beppe lo conosco da una vita, lui era un uomo di equilibrio non certo un decisionista come la stampa ha voluto far passare. A Crotone serve qualcosa di diverso se vuole tornare ai livelli che gli competono”.
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