La normalità imporrebbe un comunicato stampa ufficiale, una presa di posizione societaria netta e tempestiva. E invece alla Reggina, che di normalità non ha assolutamente nulla, non si è mai pensato di percorre la strada corretta, quella del buon senso e delle faccende svolte per bene. Il Tar del Lazio ha dichiarato improcedibile il ricorso amaranto, estromettendola dal campionato di Serie B. Solo un miracolo, o meglio ancora un’assurdità, potrebbe riammettere i calabresi in cadetteria. Eppure, la notizia non è mai stata commentata ufficialmente dalla società e fa capire benissimo di come le cose dalle parti del Sant’Agata siano ormai alla deriva, ma non c’è da sorprendersi certo adesso. Chi ha deciso di parlare, invece, entrando a gamba tesa senza pensare minimamente alla scelta di tempo, è Felice Saladini. Non sappiamo se definirlo proprietario o ex proprietario della Reggina, ma sicuramente nelle ultime ore è sembrato più in carica di quanto non lo sia mai stato quel Manuele Ilari che appare sempre più come una comparsa destinata al nulla, visto l’accordo solo in caso di Serie B.

Felice Saladini, ultimo proprietario di una storia recente nefasta al vertice amaranto, ha affidato il suo duro commento sulla vicenda Reggina non agli organi ufficiale del club bensì ai social che tanto valore non dovrebbero averlo. Tramite la propria pagina Facebook ufficiale, il lametino ha dichiarato: "Siamo tutti stupefatti dalla decisione del Tar. A quanto pare il mondo del calcio è impermeabile anche alle leggi dello Stato. Stiamo vedendo quali sono le conseguenze in tanti Club. Ieri ero in aula a difendere ancora una volta la Reggina e ho avuto una impressione, che non tutte le proprietà e non tutte le squadre siano uguali. Non potevo credere alle mie orecchie quando ho sentito dire all’avvocato della FIGC che la Reggina non sarebbe stata comunque ammessa. Questo dopo aver salvato l’anno scorso un club che non poteva iscriversi al campionato e, usando una legge dello stato, ristrutturato il suo debito garantendo nel corso dell’anno testa, cuore e soldi per dare lustro ad un intero territorio. Dunque pure la collocazione geografica sembra abbia il suo peso. Nonostante tutto, conservo la mia fiducia nelle istituzioni. Ci rifaremo al Consiglio di Stato.”

Inutile stare a sottolineare come tali affermazioni siano quanto meno discutibili. Ognuno è libero di dire ciò che vuole e quello che pensa, ma è chiaro come il caso della Reggina non sia colpa di chi nei vari gradi sportivi e adesso ordinario ha giudicato gli amaranto. Le gestioni societarie delle stagioni post primo fallimento amaranto hanno creato più di qualche problema, rendendosi di fatto inadeguate e culminando con la grottesca e vergognosa fine che adesso la squadra calabrese sta purtroppo facendo. Non c’entrano campanilismi o poteri forti. Il problema, negli anni, è sempre stato all’intero, inutili gli sforzi di chi l’ha sempre cercato all’esterno.

Sezione: Reggina / Data: Ven 04 agosto 2023 alle 08:38
Autore: Paolo Messina
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