Che ci siano problemi che vanno per oltre le difficoltà tecnico/tattiche - oltre alla competitività della categoria - è diventata cosa ben nota da quando, con tutto il rispetto per Mimmo Toscano, è stato richiamato un allenatore esonerato nella stagione precedente, cosa non proprio consueta nel calcio professionistico (tranne nel Genoa “Ballardiniano”).

La cifra tecnica della squadra non è da zona retrocessione e neanche da metà classifica e, senza voler andare troppo in profondità, basta osservare il linguaggio del corpo dei calciatori amaranto che scendono in campo per capire che il giocattolo, se non si è rotto, si sta pian piano logorando.

I “CASI” MENEZ E FATY E LA GESTIONE DEI TECNICI

Arrivati lo scorso anno con tutte le celebrazioni di caso - soprattutto il primo - hanno reso ben al di sotto delle aspettative; il primo non viene ceduto - si suppone - per delle offerte che non soddisfano i criteri della società padroneggiata dal presidente Gallo; il secondo, visto pochissimo in campo e seppur con tanto mercato in LegaPro, probabilmente alla veneranda età di 35 anni non intende scendere di categoria.

Due calciatori che, considerata la loro esperienza internazionale, potevano e dovevano essere - assieme a qualche altro tassello - il valore aggiunto di una squadra che poteva tranquillamente trovarsi in altre zone della graduatoria.

L’inizio di stagione lasciava presagire un prosieguo ben diverso e qualcosa ha iniziato a guastarsi quando Aglietti, forse per spronare proprio l’ex Milan e Psg, davanti alla stampa non le mandò a dire al francese che da par suo non ha mai nascosto una personalità - almeno fuori dal campo - di un certo peso.

Volendo fare un parallelismo con il richiamo all’ordine di Toscano si potrebbe pensare che l’allenatore aretino di nascita non sia stato richiamato per problematiche ambientali - pur trovandosi ancora a libro paga fino a giugno 2023 - e se così fosse sarebbe sintomo di un problema che è ben in profondità, quelle profondità che però, stando alle ultime mosse societarie, stanno venendo sempre più a galla.

IL COMPITO DI STELLONE

Roberto Stellone, sedici presenze ed un solo goal in amaranto nell’annata 2003/2004, ha l’ingrato compito di dover rimettere insieme i cocci di un vaso che dovrà essere ricomposto prima che i pezzi si riducano in misure tali da rendere inevitabile una discesa verso la zona retrocessione, consapevole che la società dovrà fare il suo, anche sotto il punto di vista del mercato, come peraltro aveva richiesto Mimmo Toscano nella conferenza post Monza.

Sezione: Editoriale / Data: Lun 24 gennaio 2022 alle 10:50
Autore: Luigi Martino
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