Antonino Ballarino, patron della Reggina, ha parlato ieri in collegamento ai microfoni di Esperia TV, affrontando diversi argomenti:
Il bilancio sportivo: “L’unico rammarico, in questi due anni, è non aver conquistato la promozione in Serie C. È chiaro che questo ci dispiace. Tuttavia, abbiamo ricostruito una società che non c'era, siamo venuti in possesso del Centro Sportivo “Sant’Agata” e abbiamo puntato su un settore giovanile importante. Quest’anno abbiamo partecipato a diversi campionati giovanili con 12 squadre, molte delle quali hanno vinto il proprio torneo. Ma ciò che più ci rende orgogliosi è il numero di giovani convocati nelle Rappresentative di girone, regionali e nazionali. Con la prima squadra abbiamo lottato fino all’ultima giornata per la promozione, ma non ci siamo riusciti. Nonostante ciò, ci siamo subito prefissati di vincere i playoff e l’obiettivo è stato centrato. Ora siamo in attesa di una chiamata dalla Lega: ci auguriamo che arrivi e che possiamo riconquistare quel posto tra i professionisti che Reggio Calabria merita”.
In merito a come ci si sta muovendo: “In molti pensano che in questi giorni la società sia ferma. In realtà non ci siamo mai fermati. Abbiamo salutato la squadra, ma abbiamo già avviato colloqui con i giocatori che intendiamo far parte del gruppo anche il prossimo anno. Abbiamo ricevuto disponibilità ed a breve metteremo tutto nero su bianco. Abbiamo raggiunto l’accordo con mister Bruno Trocini. La squadra è forte, va soltanto rinforzata, indipendentemente dal fatto che si giochi in Serie D o in Serie C“.
Qual'è stata la difficoltà maggiore in questi 2 anni? “Quando siamo arrivati nel 2023, sapevamo di affrontare una piazza importante, ma anche delusa. Con fatica abbiamo iniziato a costruire un rapporto con la tifoseria e, in larga misura, ci siamo riusciti. È chiaro che esistono ancora zone d'ombra dove dobbiamo ancora riuscire ad essere amati. Questo sicuramente potrà avvenire col concretizzarsi degli obiettivi che ci siamo prefissati”.
La riflessione sul percorso e la proiezione verso il futuro: “Finito il campionato, l'unica cosa che potevamo fare era vincere i playoff e l'abbiamo fatto. Ora attendiamo, consapevoli delle difficoltà che stanno attraversando molte società nei campionati professionistici. Noi guardiamo al futuro, non solo all’immediato”.
Sulle critiche: “Dopo due anni di lavoro intenso in cui abbiamo portato avanti una società, abbiamo fatto tutto ciò che era necessario: dal marchio al Centro Sportivo “Sant’Agata”, fino alla costruzione della squadra. Noi siamo andati avanti con i fatti. Le parole le lasciamo a chi passa il tempo dietro a una tastiera, spesso con falsi nomi, tentando di creare divisioni. Preferisco chi ti ferma per strada, ti stringe la mano, chiede una foto o semplicemente vuole scambiare due parole. Quelli sono i tifosi veri”.
Si andrà avanti con mister Trocini? “Proprio ieri abbiamo definito quasi tutto. Non abbiamo parlato solo del vile denaro, perché su questo punto dovremo confrontarci con il suo procuratore. Ci siamo lasciati con un abbraccio sentito, segno del legame costruito in questo percorso condiviso”.
Sul ripescaggio: “La società si è mossa con largo anticipo: abbiamo tutto pronto per rispondere “presenti” se e quando arriverà quella famosa chiamata della Lega. Siamo pronti a fare il necessario per conquistare la Serie C”.
Su mister Trocini: “Bruno Trocini è arrivato nel momento giusto. Considerando quanto accaduto l'anno scorso, non c'erano le condizioni da entrambe le parti per fare bene. Bruno Trocini è arrivato quando quelle tossine erano state eliminate: siamo riusciti ad essere un'unica cosa ed alla fine l'abbiamo dimostrato”.
La rinascita della Reggina: “Quando siamo arrivati, nel settembre 2023, non c’era nemmeno una sedia. La segreteria era una stanza d’albergo. Non abbiamo pensato a noi stessi, ma alla Reggina. Era sparita, il nostro compito era riportarla in vita. E oggi posso dire che la Reggina è viva più che mai. Mi sento responsabile di ciò che oggi è la Reggina. Sono pronto a nuovi sacrifici, anche dal punto di vista mentale, perché portare avanti una società come la Reggina è sacrificio”.
Sugli eventuali interessi: “La Reggina resta la Reggina, in qualsiasi categoria. Se ci sarà qualcuno con capacità e disponibilità superiori alle nostre, le porte non sono mai state chiuse. La Reggina è qualcosa di importante, non può essere ceduta a chiunque o a chi dica “io sono”. “Io sono” non basta: bisogna vedere quale progetto si intende portare avanti”.
Sugli episodi arbitrali: “Io guardo sempre avanti, non indietro. Il Siracusa ha vinto, è passato. Loro hanno fatto 78 punti, noi 77”.
Sui giocatori amaranto Barillà e Ragusa: “Questi sono i giovani che non hanno età. Gente come Barillà e Ragusa, al di là della loro grande professionalità e del loro grande rendimento, dimostra che l'età è solo un numero. Barillà ha giocato le ultime gare con un problema al ginocchio ed ha dato un contributo davvero importante. Ricordo quando ci dicevano che Nino Ragusa era ormai un giocatore finito. E invece Ragusa ha disputato un campionato straordinario, non solo dal punto di vista tecnico, ma anche per la professionalità, il carisma e la serietà dimostrati dentro e fuori dal campo. Magari riusciremmo ad inserire altri giocatori con lo stesso carisma e la stessa voglia di Barillà e Ragusa”.
Il futuro sportivo: “Aspettiamo quella chiamata. Se arriverà, saremo pronti a riportare la Reggina nel calcio professionistico. Questa piazza merita un futuro luminoso”.
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