Il direttore sportivo Luigi Condò è intervenuto ieri ai microfoni di Esperia TV, affrontando numerosi argomenti:

Sul Catanzaro: “Il campionato del Catanzaro è stato importante, in continuità con il lavoro portato avanti negli anni precedenti. Già lo scorso anno la squadra aveva disputato un torneo di alto livello, e quest’anno si è confermata, mantenendo gran parte dell’organico e inserendo, a mio avviso, 3-4 giocatori che hanno permesso di compiere un ulteriore salto di qualità. Sicuramente un campionato positivo per il Catanzaro, arrivato a competere per la Serie A. Credo che il percorso del Catanzaro sia davvero importante”.

Sul Cosenza: “Cosenza è una piazza a cui sono molto legato. Ho vinto lì il campionato nel 2014 e, secondo me, è una realtà con un potenziale enorme. Essere accostato al Cosenza per me è motivo di grande soddisfazione, perché la considero una piazza di alto livello. Mi dispiace tanto per la retrocessione: credo che il Cosenza meriti almeno la Serie B, per l’affetto e la vicinanza che città e provincia dimostrano verso la squadra”.

L'importanza della programmazione: “Il Catanzaro è una società gloriosa, con una storia importante, ma anche il Cosenza non è da meno. Sono convinto che serva programmazione, anche se nel calcio attuale è sempre più rara. E questo non riguarda solo Cosenza. In piazze del genere serve programmazione, lucidità nella costruzione della squadra ed investimenti nelle strutture. Spesso si guarda solo al risultato — perché è quello che interessa al tifoso — ma per arrivarci servono tante componenti: strutture adeguate, organizzazione societaria, costruzione della squadra, scelta dell'allenatore. È una retrocessione che fa male”.

Sull'esperienza di Avellino: “Quando io e Perinetti siamo arrivati ad Avellino, abbiamo preso in mano una situazione molto complicata. L’anno prima la squadra si era salvata all’ultima giornata per un goal da differenza reti. La scorsa stagione abbiamo perso la semifinale con il Vicenza. Una grande soddisfazione, un altro campionato vinto”.

Si sta muovendo qualcosa per il suo futuro? “Ci sono un paio di situazioni interessanti. È normale che il valzer dei nuovi arrivi non sia ancora cominciato, ma spero di approdare in una società dove poter lavorare, esprimermi e dare il massimo. L’obiettivo è sempre quello di vincere, ma prima di tutto è fondamentale lavorare bene”.

Che estate si aspetta? “Mi aspetto un’estate simile alle precedenti, perché ogni anno si presenta qualche nuova problematica. Ricordo l’anno scorso con il caso Catania, quest’anno Turris, Taranto, ora Brescia. Il calcio andrà avanti comunque, perché è un movimento che non si fermerà mai. Non si può arrivare a fine campionato cambiando i playout, classifica. Non parlo più di riforme, perché siamo arrivati al ridicolo. Credo che l’obiettivo debba essere quello di sbagliare il meno possibile. Gli errori ci saranno sempre, ma bisogna eliminare quelli grossi, che rischiano di compromettere il lavoro di anni”.

Sezione: Primo piano / Data: Mer 28 maggio 2025 alle 07:08
Autore: Rosario Cardile
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